Pietra pregiata nera: che cosa si sa sull’onice? Che significato ha?
Giugno 25, 2023L’onice nera, in natura, può essere una varietà di calcedonio, un biossido di silicio con acqua fino al 2,5 %, oppure di sardonica, altro biossido di silicio dal sistema triangolare e dal colore traslucido. Una pietra di questo colore, per alcuni, non è certo bellissima e non mette allegria, ma il nero è comunque il colore dell’eleganza, ed un gioiello con questa pietra e l’abito adatto può creare un outfit fine. Ma cosa si sa di essa? Qual è il suo significato? Come si usa nella cristalloterapia?
Il suo simbolismo
Il significato di questa pietra cambia a seconda di varie culture e del contesto. Nell’antica Roma, ad esempio, erano uno degli amuleti portafortuna più forti, e i greci credevano che potesse migliorare le capacità oratorie, se posto sotto la lingua. Gli assiri lo usavano nelle decorazioni domestiche perché credevano che fosse benefico per la vista e il sistema respiratorio.
Lo usarono per pareti e costruzioni sia gli ebrei che i musulmani: nella Bibbia, infatti, sembra fosse stata usata per delle pareti del tempio di Gerusalemme, e nell’Islam venne inserita nel muro della moschea della città di Kaaba, dove si trova la suddetta pietra (anch’essa nera).
Sempre in tema religiosa, l’artista rinascimentale Benvenuto Cellini, usò l’onice per scolpire l’Ultima Cena, e per la precisione lo usò per la base di quest’immagine. Questo suo capolavoro colpì anche il pontefice.
Secondo l’astrologia classica, l’onice e tutte le pietre nere sono associate al segno zodiacale del Capricorno, che predilige anche i colori scuri, ed è noto per essere il segno più serio, ma affidabile, dello zodiaco. Gli esoteristi, poi, ritengono che questa pietra permetta di concentrarsi, e che abbia un’energia molto forte, e se una persona è debole di carattere può renderla più ferma, forte e sicura di sé. E’, in pratica, la pietra dei combattenti.
Il suo uso nella cristalloterapia
La cristalloterapia è una terapia naturale meno diffusa di quelle dei fiori di Bach o del reiki, ma c’è chi vi ricorre. Essa si prefigge di usare varie pietre per “riattivare” dei centri energetici del corpo, situati nei chakra.
L’uso dell’onice, in questa terapia, può variare a seconda della sua varietà. Se essa è nella varietà di calcedonio, può aiutare a calmarsi, combattere il pessimismo e riprendersi fisicamente da un esaurimento nervoso, e sembra che agisca anche su infiammazioni alle ossa, alla gola e alle ghiandole, se si posiziona sul quinto chakra, situato sulla gola e sulle vertebre cervicali.
Se, invece, è della varietà della sardonica, combatte sempre la negatività e porta equilibrio in famiglia, ed anche la perdita di capelli, la lacrimazione eccessiva, migliora l’udito e le funzioni del pancreas e della tiroide. Essa è associata al quinto e al primo chakra, situato sulla base della colonna vertebrale.