Carte napoletane: la storia e le caratteristiche
Settembre 4, 2022Le carte da gioco sono riuscite a resistere al tempo di internet e ancora oggi vengono maneggiate volentieri sia in contesti casalinghi sia in punti di ritrovo come bar, spiagge e tornei in piazza. Le carte francesi sono note ai più, ma non è un mistero che in Italia esistano diverse carte regionali, tra le quali spiccano in primis le napoletane, diretta conseguenza dell’occupazione araba della Spagna. Già a Barcellona, nel 1377, le carte presentavano infatti gli stessi identici simboli di quelle napoletane: ori, coppe, bastoni e spade. Esattamente 2 secoli più tardi le variopinte tessere fecero la loro comparsa anche in terra partenopea, dove ogni anno se ne vendevano decine di migliaia di pezzi.
D’altro canto, le carte venivano realizzate con materiali facilmente reperibili e avevano un prezzo molto accessibile sul mercato. Erano alla portata del popolo, e il popolo le fece sue interpretando e modificando di volta in volta i disegni compiuti a mano per le varie figure regali: il personaggio del 10 di spade, ad esempio, era dapprima Re Ferdinando, poi Federico II, quindi Vittorio Emanuele. Il cavaliere con la scimitarra e il turbante che si può apprezzare ancora oggi nel 9 di spade è rimasto invece a testimonianza della matrice araba di quelle raffigurazioni.
La carta più celebre del mazzo napoletano è sempre e comunque il 10 di denari. Per molti è più conosciuta come la “matta”, capace di assumere il valore di qualunque altra carta nel 7 e mezzo, uno dei giochi più popolari che vengono praticati con le carte regionali. I mazzi napoletani si compongono di 40 carte: 7 numeri e 3 figure per ogni seme, senza alcun tipo di jolly. Di norma, la misura delle singole tessere è di 50×83 mm, di poco superiore a quella delle carte bresciane, le più piccole d’Italia con i loro 43×88 mm.
Non tutti i mazzi regionali sono composti da 40 carte, ma questo parametro viene puntualmente seguito da quelli di tipo spagnolo come le napoletane, che nel tempo hanno iniziato a circolare anche al di sopra del Mezzogiorno: non solo Campania, Calabria, Puglia e Basilicata, dunque, ma anche Abruzzo, Molise e parte del Lazio, dove in passato si è cercato di scimmiottare il fenomeno delle carte napoletane con un mazzo che contemplava come figure legionari, centurioni e imperatori, senza incontrare però molta fortuna. Il successo delle carte napoletane è stato tale che anche nelle regioni che hanno sviluppato i propri mazzi in molti erano soliti giocare con quelli campani.
Saltacavallo, 31, scopa: i giochi divenuti celebri grazie alle carte napoletane sono davvero moltissimi. A differenza di quanto accaduto con poker o blackjack, nel corso dei secoli non sono nate particolari varianti alternative, di conseguenza le regole tradizionali della briscola sono rimaste sempre le stesse così come le meccaniche tipiche dello scopone. Questo significa che nel terzo millennio grandi e piccini possono sedersi comodamente allo stesso tavolo e giocare insieme senza intoppi. A Napoli le carte e il gioco sono tradizione e cultura: modificare qualcosa significherebbe far venire meno il folklore.