Contributi minimi: che cosa sono? Come si calcolano? Ogni quanto si versano?
Dicembre 17, 2021Che cosa sono i contributi minimi? E come si calcolano? Ecco una piccola guida, partendo da una premessa. Per i contributi si intende la percentuale del reddito che ogni anno ciascuno di noi deve versare alla sua cassa previdenziale per costruire il montante contributivo che servirà, quando termineremo di lavorare, a determinare l’importo della nostra pensione mensile.
Sistema contributivo
In sostanza la nostra futura pensione è decisa col sistema contribuivo: l’importo di quanto prenderemo, cioè, dipenderà esclusivamente da quanto versato negli anni di lavoro, in base al reddito avuto anno dopo anno. Quanto viene versato, inoltre, serve sia a formare il montante contributivo, sia a maturare anni di contributi, che serviranno per raggiungere il minimo di 20 anni richiesti dalla legge italiana per andare in pensione (a 67 anni di età). Il sistema funziona così sia per i dipendenti, sia per gli autonomi, sia per gli iscritti alla Gestione separata dell’Inps. Con la differenza che i contributi, per chi è dipendente, sono versati direttamente dal datore di lavoro. Mentre gli autonomi e gli iscritti alla gestione separata devono provvedere in proprio, rispettando le scadenze previste. Quindi, se versano troppo poco o non versano affatto, il rischio è che non abbiano una pensione dignitosa.
Gli autonomi
Per lavoratori autonomi con una propria gestione all’interno dell’Inps intendiamo artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni, mezzadri. Per queste categorie è stato definito un reddito minimo, convenzionale. Tale reddito minimo fa scattare l’obbligo di versamento dei contributi minimi da parte di chi ha un reddito uguale ad esso o addirittura più basso. Se il reddito del lavoratore autonomo, invece, supera il reddito minimo, vanno versati i contributi eccedenti il minimale, in misura percentuale rispetto al proprio reddito: tali aliquote percentuali sono definite dall’Inps. Il reddito minimo varia di anno in anno e si ottiene con un calcolo non complicato. Sul sito dell’Inps, in ogni caso, è possibile reperire le informazioni relative al reddito minimo del 2021, pari a 15.953 euro.
Gli iscritti alla gestione separata
Gli iscritti alla Gestione Separata dell’Inps, al contrario delle Gestioni Artigiani e Commercianti, non hanno un reddito minimo su cui versare obbligatoriamente i contributi. Versano i contributi sul reddito percepito nell’anno, utilizzando le aliquote percentuali indicate dall’Inps 2, con una copertura che è proporzionata a quanto versato. Si può arrivare, ad esempio, a poche settimane di copertura, o a mesi interi, senza però riuscire a coprire tutto l’anno. Chi ha conseguito un reddito pari a quello minimale stabilito per artigiani e commercianti e sul quale ha versato i relativi contributi, tuttavia, ha diritto alla copertura contributiva completa di 12 mesi. I mesi di copertura contributiva si determinano dividendo l’importo versato per il risultato della divisione per 12 del contributo dovuto sul minimale. Il risultato va arrotondato sempre per difetto (3,9 mesi di copertura sono in realtà 3 mesi).
Massimali contributivi
Esistono anche dei massimali contributivi: oltre un reddito soglia non si pagano contributi previdenziali. L’eccedenza rispetto a tale reddito soglia non concorrerà a formare la pensione.