“Non voglio rappresentare un alibi per nessuno e rimetto il mio mandato nelle mani del sindaco.” Questa è stata parte delle dichiarazioni in merito che ha rilasciato Roberto De Luca, il quale ha spiegato che sarebbe stato meglio così al fine di tutelare il suo partito politico. L’inchiesta del giornale indipendente Fanpage si concentrata sugli eventi che legano un ex boss della camorra Nunzio Perrella, con la famiglia politica dei De Luca e istituzioni varie. Perella per molti anni si era occupato di gestire traffici illeciti di rifiuti in Italia, dopo la sua scarcerazione, secondo quanto riferito, chiede allo stato di essere infiltrato nuovamente nella camorra, ma non viene ascoltato. Per questo motivo, si rivolge a Fanpage e insieme decidono di mostrare come avviene lo scambio di denaro tra politi e malavita per il giro di affari degli appalti per la gestione della spazzatura. Fanpage è riuscito a estrapolare moltissime ore di riprese attraverso telecamere nascoste e successivamente i video sono stati resi pubblici e pubblicati in varie puntate. Gli eventi illeciti avrebbero coinvolto la società della Regione Campania Sma, la quale si occupa dello smaltimento rifiuti, che si occupava di decidere le quote. Il consigliere delegato, Lorenzo di Domenico e Agostino Chiatto spiega le tariffe ,davanti alla telecamera nascosta, per aggiudicarsi gli appalti per lo smaltimento rifiuti. Nella seconda puntata, Fanpage mostra l’incontro tra Perrella e Roberto De Luca, che parlano degli appalti e di come smaltire le ecoballe, mentre tramite telefonate parlano di percentuali.
450 milioni di euro per smaltire sei milioni di ecoballe nella Terra dei fuochi
Settembre 12, 2015Il giornalista e scrittore italiano Gian Antonio Stella ha definito la Campania “un enorme deposito di ecoballe” dopo l’uscita dell’inchiesta di Fanpage. Le indagini e le dichiarazioni in merito hanno stravolto non solo la popolazione, ma anche il governatore Vincenzo De Luca e la sua famiglia, tra cui il figlio Roberto che è stato quindi costretto a dimettersi dalla carica di assessore comunale.
La Campania è un “enorme deposito di ecoballe”
Alla fine degli anni Ottanta è venuta a crearsi una rete di traffici illegali e affari della malavita che ha portato la Campania ad essere una terra problematica e in emergenza per lo smaltimento dei rifiuti. Il sistema, che vede un traffico che coinvolge nord, centro e sud Italia, si basa sullo smaltimento dei rifiuti per via traverse e illegali, per esempio in terreni e luoghi non utilizzati. Il problema è che spesso questi rifiuti sono pericolosi, tossici e non vengono utilizzate le giuste precauzioni. Da qui, la Campania viene soprannominata “Terra dei fuochi” e si caratterizza per corruzione, mancanza di sistemi adeguati per lo smaltimento, collusioni, terreni contaminati e conseguente inquinamento ambientale, alimentare e aumento di patologie nella popolazione.
L’inchiesta di Fanpage sulle ecoballe
Gli interventi di rimozione delle ecoballe
Dopo circa tre anni dall’inchiesta e dalla promesse di smaltimento delle ecoballe i cambiamenti non sono stati molto rilevanti. Molte le critiche e le polemiche in merito, sopratutto si fa sentire la voce degli ambientalisti, i quali evidenziano mediante stime e indagini come lo smaltimento sia stato minimo.